Nouae theoricae planetarum
Peurbach, Georg
Scheda bibliografica e localizzazioni delle copie cartacee
Note e approfondimenti
Georg von Peuerbach, anche noto come Georg Peurbach, Purbach, Purbachius (Peuerbach, 1423 - Vienna, 1461), astronomo e matematico austriaco, fu, tra l'altro, inventore di svariati strumenti scientifici, tra cui il regolo, ed il quadrato geometrico. Intorno al 1440 egli conseguì la laurea in Filosofia e Scienze cum insigni laude presso l'Università di Vienna. Il suo insegnante di matematica fu probabilmente Johann von Gmünden. Nel 1448 intraprese un viaggio di studio in Italia, dove incontrò Giovanni Bianchini, astronomo attivo presso la corte di Ferrara ed il cardinale Nicola Cusano a Roma, che lo introdussero allo studio dell'astronomia presso l'Università di Ferrara. Rifiutò offerte di docenza a Bologna e a Padova, oltre a un incarico come astronomo di corte presso Ladislao re di Ungheria, e tornò a Vienna nel 1450 per insegnare all'università. Tenne lezioni di filologia e letteratura classica ed intraprese uno studio sull'opera astronomica di Claudio Tolomeo. Il suo allievo più celebre fu certamente Johannes Müller, meglio noto come Regiomontano.
Peurbach viene definito il padre dell'astronomia matematica e osservativa del mondo occidentale. Egli lavorò dapprima sull'Almagesto di Tolomeo, ma il suo lavoro principale, sono le Theoricae novae planetarum, edite postume nel 1474: l'opera costituisce l'esposizione elementare dell'astronomia geocentrica dell'Almagesto, mediata dalla particolare struttura cosmologica a sfere cristalline escogitata da alcuni astronomi islamici del XIII e XIV secolo. In questo lavoro, Peurbach portò a termine il tentativo di conciliare le opposte teorie dell'universo, ovvero quella delle sfere omocentriche di Eudosso di Cnido e di Aristotele, con quella dei cammini epiciclici di Tolomeo. Il testo ebbe un enorme successo e rappresentò la base dell'istruzione accademica in astronomia fino a quando, molti anni dopo, Copernico avrebbe spazzato via entrambe le ipotesi.
Il cardinale Giovanni Bessarione lo invitò a Roma per studiare Tolomeo sui testi originali greci, e non attraverso le erronee traduzioni latine. Egli accettò, a condizione che Regiomontano lo accompagnasse. A causa della morte del maestro, il discepolo andò da solo per completare il suo lavoro.
L'opera che qui si propone, appartenente all'antico fondo di Geografia, è un'edizione tarda, uscita quasi un secolo dopo la prima. Si collega con le diverse edizioni della Geographia di Tolomeo appartenenti al medesimo fondo, pubblicate fra il 1540 e il 1599, a testimonianza dell'interesse che suscitavano ancora, nel XVI secolo, l'opera astronomica e quella geografica dell'alessandrino.
(da Wikipedia)
Crediti
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